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Per Aspera Ad Veritatem n.16
La bomba informatica

Paul Virilio - Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000





E' stato di recente pubblicato, per la traduzione di Gabriele Piana, l'ultimo lavoro di Paul Virilio, scrittore, urbanista e filosofo noto come teorico della velocità e specialista delle nuove tecnologie. "La bomba informatica" rappresenta un ulteriore tassello nel mosaico di critica estrema e radicale che l'Autore francese da tempo rivolge al sistema dell'information technology e dei global media. Muovendo dai principi della "dromologia" (o scienza della velocità, dal greco dromos), che lo stesso Virilio ha inventato per spiegare, secondo una complessa impostazione teorica, le relazioni tra politica e territorio, il filosofo porta avanti una rappresentazione dell'attuale realtà mondiale in cui la diffusione di Internet si configura, in realtà, come la manifestazione del massimo potere della potenza americana se è vero che, secondo la scienza di Virilio, il potere si concentra nelle mani di chi dispone delle tecniche di spostamento e comunicazione più efficienti e veloci.
Per spiegare i suoi ragionamenti, il filosofo francese spazia su tutti i temi "nuovi" della scienza e della vita contemporanea. Non solo Internet, dunque, ma anche clonazione, alimentazione transgenica, eutanasia. E ancora, cinema, televisione, information warfare. E' forse questo il pregio maggiore dell'opera, che concentra una serie impressionante di provocazioni intellettuali capaci di coinvolgere anche il non addetto ai lavori, forse in difficoltà di fronte al linguaggio complicato e specialistico del testo. In grado anche, condizione non meno importante, di aprire squarci di riflessione su tanti luoghi comuni che effettivamente vengono spesso acriticamente accettati sotto l'ombrello dell'ineluttabilità del progresso.
Così, è interessante questa sorta di nuova versione del 1984 orwelliano che prende corpo nell'ossessione per il voyeurismo universale delle live cams in Rete, non solo inquietante sotto il profilo della psicologia sociale ma anche "telesorveglianza" politicamente significativa.
è chiaro che la visione catastrofista di Virilio e dei suoi seguaci, secondo la quale l'esplosione della bomba informatica, la cyberbomba quale arma assoluta, più potente della bomba atomica, annullerà, attraverso il colonialismo cibernetico, l'identità personale e la soggettività dei cittadini trova nel linguaggio diretto e tagliente dell'opera maggiore analogia con il pamphlet politico che non con la pacatezza del saggio scientifico. Visione catastrofista molto diffusa, così come ben puntualizzato nella pregevole postfazione a cura di Carlo Formenti, nei media philosophy francesi, tuttavia non pienamente convincente. Infatti, al di là dei giudizi sulla visione politica che traspare dall'intero impianto logico, oltre che catastrofico l'approccio del testo sembra viziato da una certa unilateralità che trascura, per esempio, gli aspetti positivi e innovativi che i nuovi sistemi di comunicazione hanno rappresentato anche dal punto di vista della libertà e della conoscenza, trasformando secondo alcuni lo stesso concetto di democrazia attraverso la nuova agorà telematica.
Insomma, ottima conclusione paiono le parole finali della postfazione "il pensiero di Virilio resta un ottimo antidoto per piantare il seme del dubbio nella mente delle folle di fedeli che si inginocchiano davanti allo schermo del PC, in attesa dei miracoli annunciati da Pierre Levy e altri profeti del virtuale".



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